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Museo Borgogna

  • Via Antonio Borgogna, 4, 13100 Vercelli VC, Italia
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Type
Arte, Teatri e Musei
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Description

Il Museo Borgogna, classificato come la seconda pinacoteca del Piemonte anche se a Vercelli ci tengono a ribadire che definirlo pinacoteca non è del tutto corretto poiché si tratta di una vera e propria casa museo. Il museo è intitolata ad Antonio Borgogna, avvocato, facoltoso di famiglia, grande amante dell’arte e dei viaggi. Durante il corso della sua vita, che dedicò prettamente al collezionismo, raccolse un numero impressionante di opere d’arte, che oggi possiamo vedere esposte in quella che era la sua dimora. Le collezioni comprendono opere di pittura (tra i quali una notevole sezione di dipinti murali strappati e staccati oltre a pale d’altare tra il XV e XVI secolo), scultura, grafica, arti decorative, lastre fotografiche e una biblioteca (storica e corrente). Le opere esposte su tre piani espositivi sono circa 800, coprono un arco cronologico dal XV al XXI secolo. La sezione di opere del XV e XVI secolo raccolte da Borgogna e attraverso i depositi da chiese, confraternite e dall’Istituto di Belle Arti di Vercelli, costituiscono un nucleo altamente rappresentativo del Rinascimento piemontese. La scuola pittorica territoriale è composta da pale d’altare e polittici, piccole opere di devozione privata,frammenti di cicli murali e tavole che erano scomparti di opere più complesse ma smembrate. Tra gli artisti più significativi: la bottega spanzottiana, Gerolamo Giovenone e Giovan Battista Giovenone, Bernardino Lanino, Defendente Ferrari e Gaudenzio Ferrari. La sezione di pittura secentesca e settecentesca esposta al piano terra, con opere di artisti tra cui Ludovico Carracci, Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato, Elisabetta Sirani, Luigi Miradori detto il Genovesino, Pietro Liberi, Carlo Maratta, Eustache Le Seur, Pietro Francesco Guala e Antonio Mayerle, prosegue al primo piano con la pittura straniera del XVIII secolo con opere di Claude Joseph Vernet, Adrien Manglard e Angelica Kauffmann. La sezione dei 53 dipinti fiamminghi e olandesi esposti al primo piano, dove i rami di Ambrosius Bosschaert e Jan Davidsz De Heem rappresentano i gioielli della collezione, è stata oggetto di una schedatura curata dal professor Bert W. Meijer e pubblicata nel 2001. Il testo è consultabile nelle sale espositive e acquistabile presso il bookshop del Museo. Negli ambienti e nelle prime sale di ingresso che sono state riallestite recuperando l’aspetto dell’allestimento originale della casa-museo, troviamo diverse opere d’arte decorativa, arredi, dipinti e sculture ottocentesche, frutto del gusto eclettico e internazionale di Antonio Borgogna. La sezione della pittura del XIX secolo prosegue poi al primo e secondo piano con opere italiane e straniere che conservano anche le loro cornici originali. Sono esposte opere di Massimo D’Azeglio, Giovanni Migliara, Stefano Ussi, Gaetano Chierici, Gerolamo Induno, Francesco Lojacono, Filippo Palizzi, Giovan Battista Quadrone, Giacomo Favretto. Tra i numerosi artisti stranieri e soprattutto di origine belga, tedesca e fiamminga troviamo opere di A.J. Severin Nikutowski, Friedrich Hiddeman, Johann Friedrich Hennings, Camilla Edle von Malhen Friedlander, Edmond Van Hove, Barend Cornelis Koekkoek e Luis Robbe. Le sculture e diversi arredi stanno tornando, dopo decenni di ricovero nei depositi, lungo il percorso espositivo. Si tratta di marmi, biscuits, intagli lignei e bronzi, alcuni dei quali arredano gli spazi esterni dei cortili. Tra questi sono esposte opere di Francesco Porzio, Gustav Eberlein, Leonardo Bistolfi, Antonio Carnevali, Francesco Toso, Valentino Panciera Besarel, Giuseppe Parvis, Filippo Cifariello. La tela divisionista di Angelo Morbelli, Per ottanta centesimi!, acquistata dal Museo nel 1912 e datata 1895, è esposta al secondo piano ed è tra le opere più note del Museo per qualità tecnica e per il forte legame con la storia del nostro territorio vocato alla coltura del riso. Al secondo piano del palazzo di Antonio Borgogna sono esposte opere del Novecento di artisti vercellesi e piemontesi acquisite dal Museo dopo la morte del collezionista, tramite acquisti, donazioni o depositi. Tra le opere presenti troviamo i ritratti di Ambrogio Alciati, Giacomo Grosso e Francesco Menzio, i paesaggi di Clemente Pugliese Levi, Lorenzo Delleani e Umberto Ravello, le monumentali tele di Giuseppe Cominetti e le sculture di Francesco Porzio.

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