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Basilica dei Santi Quattro Coronati

  • Via dei SS. Quattro, 20, 00184 Roma RM, Italia
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Luoghi religiosi
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Description

La Basilica dei Santi Quattro Coronati fa parte di un complesso cristiano situato nel rione romano del Celio, sull'omonimo colle. L’impressione che si ha al momento di varcarne la soglia è di quella di immergersi in un’atmosfera antica e sospesa nel tempo, lontana dal caos e dai ritmi frenetici della città moderna. Nel complesso si possono visitare: la Chiesa dedicata ai quattro Martiri cristiani, l’incantevole Chiostro duecentesco, La Stanza del Calendario e la Cappella di San Silvestro, la Sala delle Pentafore e i meravigliosi affreschi dell’Aula Gotica.Il nome di questo convento deriva dai quattro soldati martirizzati (“coronati” cioè dal lauro del martirio) Severo, Severiano, Carpoforo e Vittorino, rei di non aver voluto giustiziare quattro o cinque scultori che si erano rifiutati di scolpire la statua di un idolo pagano, affermando così la loro fede cristiana. La chiesa oggi ha l’aspetto di un fortilizio, di una rocca medioevale, circondata da imponenti mura e sormontata da una torre. Il nucleo originario fu costruito nel IV secolo da papa Melchiade con il nome di “titulus Aemilianae” o “titulus Ss.Quattuor Coronatorum“, del quale sopravvive ancora l’abside (nella foto 1) ed alcuni resti situati al di sotto dell’attuale basilica; nel VII secolo papa Onorio I ricostruì ed ampliò la chiesa che poi nel IX secolo Leone IV sottopose a radicale restauro. Distrutta dai Normanni di Roberto il Guiscardo nel 1084, la chiesa fu ricostruita in forme ridotte da Pasquale II all’inizio del XII secolo: in questa occasione la parte anteriore fu trasformata in cortile, la navata centrale originaria divisa in tre navate tramite due file di colonne e le navate laterali trasformate in chiostro l’una ed in refettorio l’altra.Nel 1116 il complesso fu affidato ad una congregazione monastica, nel 1138 divenne amministrazione dei Benedettini dell’abbazia di Sassovivo di Foligno che lo mantennero fino al Quattrocento. Quindi con Martino V divenne dimora episcopale; nel 1521 passò ai Camaldolesi e nel 1560 alle suore Agostiniane, che ancora ne mantengono la cura. Pio IV (1559-65) la restaurò di nuovo, concedendo il monastero annesso alle povere orfane trasferitesi qui dall’Isola Tiberina: fu questo il più antico dei conservatori per zitelle che sorgesse a Roma. Per secoli fu il bastione del Palazzo del Laterano e residenza papale: nel 1265 vi dimorò anche Carlo d’Angiò. All’interno della chiesa sono visibili resti di affreschi medioevali della metà del XIII e del XIV secolo. Nella navata sinistra l’altare di S. Sebastiano, il più venerato della basilica. L’abside è affrescato con la Gloria di tutti i Santi (1623). Dalla navata sinistra si accede al chiostro cosmatesco del XIII secolo. Dal secondo portico, sulla destra è possibile visitare la stanza del calendario, chiamata così per gli affreschi del secolo XIII tornati alla luce nel 1913. Vi sono raffigurate le personificazioni dei mesi dell’anno con pergamene del calendario con la scrittura gotica. La particolarità è proprio la presenza del testo scritto, che era comune nei codici miniati, ma non in pittura. Bellissima anche la Cappella di San Silvestro con i suoi affreschi duecenteschi che sembrano usciti ieri dal pennello dell’artista. Raccontano le storie di Papa Silvestro, la cosiddetta Donazione di Costantino, quel falso pazzesco per cui la Chiesa giustificò per secoli il potere temporale dei Papi, eredi degli imperatori romani. Eccolo, Costantino con la faccia piena di pustole, povero imperatore, aveva preso la lebbra, ed ecco Papa Silvestro che lo battezza, lui guarisce, si converte al cristianesimo e dona al Papa la città di Roma e l’intero Occidente.

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