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Sulmona la città dei confetti

  • 67039 Sulmona AQ, Italia
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Description

I confetti a Sulmona si producono già nel Medioevo, tuttavia non si parla di "confetto", ma di "confettura", termine che indicava tra l'altro mandorle e noci sgusciate e ricoperte di miele. Vengono menzionati dal Boccaccio nel Decamerone ed in altri documenti di storici illustri dell'epoca si parla già dell'uso di usare e gettare confetti sugli sposi durante i matrimoni. Nel XV secolo furono le Clarisse del Monastero di Santa Chiara a Sulmona a confezionare i primi mazzolini di fiori di confetto, avvolgendo gli stessi in fili di seta per farne omaggio alle nobildonne che andavano spose. Nel ‘600 il confetto, che ha assunto la forma e gli ingredienti come noi lo conosciamo oggi, diviene un prodotto di lusso, a causa del costo e della scarsità della materia prima, lo zucchero, che veniva importato dall'estero. Esso costituiva un dono graditissimo a principi e vescovi, gli unici a potersi permettere di mangiare zucchero a volontà. Solo nella Festa dell'Assunta, il 15 di agosto, durante la Giostra, il Magistrato della città insieme ad altri nobili allestiva un carro dall'interno del quale lanciava confetti al popolo. Già nel 1846 Sulmona vanta circa 12 fabbriche di confetti, così famosi ed apprezzati da essere esportati in tutta Italia. Ciò che rende unico il "Confetto di Sulmona" è sia l'esclusivo brevetto di lavorazione, che permette allo zucchero di fissarsi alla mandorla o ad altro ingrediente senza aggiunta di amidi e farine, ma soprattutto le splendide lavorazioni artigianali. Chi viene a Sulmona per la prima volta resta incantato dalla grande quantità di cesti ricolmi di fiori di confetto coloratissimi e dalle forme più svariate che i molti negozi artigianali del centro storico espongono agli occhi del turista. E' difficile restare indifferenti ad una spiga di grano, ad un tralcio d'uva o ad una viola del pensiero profumata di zucchero e mandorle. Inoltre ogni festa o ricorrenza speciale ha il suo confetto: celeste o rosa per la nascita, rosso per la laurea, argento ed oro per gli anniversari di nozze ed altro ancora. Si racconta che Giacomo Leopardi qualche ora prima di morire volle mangiare un "Confetto Cannellino di Sulmona" che da allora assunse il predicato nobiliare "di Leopardi".

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