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Guglia di Raimondello a Soleto

  • Piazza Cattedrale, 73010 Soleto LE, Italia
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Type
Arte, Teatri e Musei
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Italiano

Description

La spettacolarità della guglia, ma soprattutto le centinaia di figure umane e bestiali scolpite nella tenera pietra leccese, hanno provocato da sempre la fantasia del popolo salentino, che ancora oggi ricorda come la terra di Soleto sia sempre stata “terra di màcari” e di magie. L’aveva realizzata in una sola notte il mago per antonomasia, Matteo Tafuri, con l’aiuto dei diavoli che, sorpresi ancora al lavoro mentre arrivavano le prime luci dell’alba, furono pietrificati ai quattro angoli della guglia. E' una torre a pianta quadrata molto slanciata (il lato di base misura appena 5,2 metri) e non è rastremata nei suoi cinque ordini archietettonici. Per il cedimento delle fondazioni poggiate su argilla rossa presenta una inclinazione verso il lato sud. Fu fatta costruire da Raimondello Orsini del Balzo forse al fine di comunicare otticamente, dall'alto dei suoi oltre 40 metri, sia con la riva del mare Adriatico (Otranto) sia con quella del mar Ionio (Gallipoli), in realtà come puro simbolo del suo controllo sul territorio ed affermazione di potere. Fu completata nel 1397 ad opera di Francesco Sulaci da Surbo come attestato da un'iscrizione sul parapetto terminale. Costruita nel punto più alto di Soleto, rimase isolata per quasi quattrocento anni fin quando, nel 1793, le venne addossata la facciata della chiesa matrice. Il piano terra ed il primo ordine sono privi di finestre ed inglobano al loro interno una torre preesistente. Il secondo e terzo ordine sono riccamente decorati con 4 bifore finemente scolpite in pietra leccese, ogni bifora è divisa da una colonnina tortile che termina in una decorazione a forma di cuore innestata in un arco gemino trilobato. L’ultimo ordine è costituito da un tiburio ottagonale con una finestra bifora su ogni lato, sormontata da frontoni trapezoidali e colonnine angolari sostenenti leoni alati; è coperto da un cupolino ogivale rivestito di maioliche colorate che risale però al 1750 e poggia su una balaustra finemente lavorata. Il cupolino originale, di forma piramidale, crollò infatti nel terremoto del 1734. Tutte le bifore e gli angoli dei piani superiori sono ricchi di grifoni, leoni e maschere antropomorfe. Sulla balaustra e sulla cornice ottagonale su cui poggia il cupolino sono visibili alcune ciotole di pietra rozzamente intagliate che contenevano l'olio per l'illuminazione notturna.

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