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Abbazia della SS. Trinità di Veno ...

  • 85029 Venosa PZ, Italia
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Luoghi religiosi
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Description

Abbazia della SS. Trinità e l’Incompiuta, una delle più potenti Abbazie del Sud, nata nel V sec. su un tempio romano, ampliata più volte anche grazie a una donazione del padre di Ugo dei Pagani (1078) e luogo prediletto da Roberto di Guiscardo che vi portò la croce di Costantino nel 1081 mai ritrovata. L’importante complesso monumentale comprende un avancorpo (foresteria), la chiesa paleocristiana e quella incompiuta; in correlazione con questi, all’esterno del braccio destro del transetto della chiesa incompiuta, l’elemento più antico, il battistero paleocristiano. L’indagine archeologica effettuata durante l’intervento di restauro ha permesso la ricostruzione delle varie fasi costruttive della chiesa vecchia. Gli elementi emersi hanno evidenziato l’esistenza di una basilica paleocristiana a tre navate, divise da pilastri, con transetto, abside e deambulatorio, preceduta da un porticato (il nartece). L’entrata della chiesa paleocristiana è ancora oggi ben visibile; si notano infatti sul pavimento i fori delle liste murali dei battenti. Il pavimento della chiesa, di cui rimangono tracce evidenti, era a mosaico policromo nella navata centrale, nel deambulatorio e nella schola cantorum, mentre nelle navate laterali era in mattoncini di cotto posati a spina di pesce. Lo schema planimetrico basilicale, la decorazione a mosaico del pavimento e il rinvenimento di una moneta di Tiberio II (578-582) nell’area dello scavo, fanno risalire l’origine dell’edificio ad un periodo databile tra la seconda metà del IV sec. e la prima metà del V. L’impianto originario ha subito diverse trasformazioni a partire dal VII secolo, fino agli interventi di ricostruzione e ampliamento ad opera di Longobardi (X sec.) e Normanni (XI sec.). Proprio all’epoca Normanna risale il periodo di maggior importanza del complesso abbaziale; tanto che Roberto il Guiscardo nel 1069 vi fece trasferire le spoglie dei fratelli, Drogone e Guglielmo Braccio di Ferro. Successivamente vi furono sepolti anche Aberada, prima moglie di Roberto il Guiscardo, Guglielmo, fratello minore, e il Guiscardo stesso. Alla felice stagione normanna seguì, nel XII secolo, un periodo di rinnovato splendore che consentì ai benedettini di progettare un grandioso ampliamento della chiesa vecchia dietro l’abside. Questa chiesa nuova, tuttavia, è rimasta Incompiuta e con tale nome è stata consegnata alla storia, a rappresentare uno degli esempi più notevoli del romanico maturo presente nell’Italia meridionale. Il Museo del Territorio, allestito nella Foresteria dell’Abbazia della SS. Trinità, raccoglie materiale prezioso per lo studio e la conoscenza del territorio di Venosa. Oltre a reperti lapidei appartenenti all’antica Abbazia e ad un plastico che riproduce l’intero complesso abbaziale, espone i risultati di una lunga e articolata ricerca condotta dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata con la collaborazione dell’Archivio di Stato di Potenza. La documentazione cartografica e documentaria raccolta ha permesso di ricostruire il territorio extraurbano di Venosa in epoca settecentesca con l’individuazione di antichi casali, mulini, iazzi, fontane e significative strutture architettoniche religiose.

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