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Collegiata di Santa Maria Maddalena

  • Piazza Maddalena, 87016 Morano Calabro CS, Italia
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Luoghi religiosi
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Italiano

Description

L'antico nucleo della Collegiata sorgeva al di fuori della cinta muraria medievale come piccola cappella suburbana del 1097. Visti i limiti architettonici della struttura e per il cresciuto numero di fedeli, venne ampliata in pianta a croce latina a tre navate per volere del prevosto don Giuseppe La Pilosella nella seconda metà del XVI secolo. Più volte rimaneggiata fino alla prima metà del XVIII secolo, assunse il titolo di collegiata il 3 febbraio 1737 con bolla di papa Clemente XII. Nel 1732 cominciarono ulteriori restauri, nel corso dei quali decorazioni tardo barocche commissionate a Donato Sarnicola conferirono all'interno un aspetto maestoso, da far ritenere che essa sia uno degli esempi più alti del barocco calabrese. Il campanile (1817) e la cupola (1794) furono rivestiti di caratteristiche maioliche in stile campano di colore giallo e verde nel 1862. La facciata, fu completata negli anni 40' del XIX secolo in stile neoclassico. Ripartita in due livelli divisi da una cornice marcapiano costituita da triglifi e metope con simbologie classicheggianti, il livello inferiore è suddiviso da sei paraste doriche, il livello superiore, retto da quattro paraste ioniche contornate negli spazi da ghirlande, si innalza recando sul frontone l'arme della famiglia Spinelli di Scalea. Oggi l'edificio conserva la pianta originaria in croce latina, con nelle navate laterali, cinque cappelle per lato divise in campate sormontate da piccole cupole, mentre la navata centrale ha volta a botte su cui si affacciano dieci finestre. Appartengono alla scuola di Pietro Bernini un ciborio e due angeli oranti posti alle estremità dell'altar maggiore, mentre è del celebre scultore del rinascimento meridionale Antonello Gagini la Madonna degli Angeli (1505) proveniente dal monastero di San Bernardino e posta su un altare del transetto destro. Sono presenti alcune pale d'altare di scuola napoletana del Settecento. Fra gli autori e le opere di maggior riguardo ricordiamo: Francesco Lopez, L'immacolata (1747), L'Addolorata, san Giovanni Battista e alcuni santi (1748) e ad alcuni suoi bozzetti; famiglia Sarnelli, Miracolo di San Francesco di Sales (1747), L'incoronazione della Vergine (1747) e la Madonna del Rosario e alcuni Santi; Giuseppe Tomajoli, Morte di San Giuseppe (1742) e un San Giovannino dello stesso periodo; ed infine, del pittore moranese Lo Tufo La Vergine fra i santi Silvestro e Giovanni Battista (1763) e Le anime del Purgatorio. Fra le opere lignee, sono assai pregevoli il coro (1792), il pulpito ed alcuni stipi sacri realizzati fra la fine del Settecento ed i primi anni dell'Ottocento da Mario ed Agostino Fusco. Sul fondo dell'abside, proveniente dal monastero di Colloreto, è un fastigio in marmi policromi dei primi del secolo XVII adornato dalle statue di Sant'Agostino e Santa Monica con al centro Maria Maddalena orante, attribuita a Cosimo Fanzago o al Naccherino, cui fanno ala due puttini coevi. Di grande pregio anche la sagrestia. Ricoperta da un raro soffitto a cassettoni di manifattura locale tardo cinquecentesco appartenente all'antico corredo sacro, vi si trova una custodia per oli sacri in marmo del '500. Sono custodite inoltre numerose reliquie di santi, fra cui una pietra del Santo Sepolcro e un'orma del sandalo di S. Francesco da Paola lasciata su una roccia del monte Sant'Angelo nell'atto di benedire la Calabria prima di recarsi in Francia.

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