Description
un borgo medievale nascosto alle pendici del monte Pruno, con una grande piazza e una chiesetta settecentesca, una fontana, le botteghe e i bar. Era abitato da contadini e pastori, calzolai e fabbri, e non mancavano i “don”. Un piccolo paesino paragonabile a tanti altri, ma solo fino al 1902, quando il pericolo di una frana costrinse gli abitanti a trasferirsi un po’ più su. Da quell’anno, Roscigno divenne un borgo unico, speciale e abusivo, come l’unico abitante che ostinatamente continua a viverci.
Roscigno Vecchia è Patrimonio dell’Unesco. Nel 1982 Onorato Volzone, giornalista de Il Mattino, l’aveva definita la “Pompei del 900”. Visitare questo piccolo borgo segreto significare visitare un luogo e un tempo che ormai non ci sono più.
Arrivati a Roscigno Vecchia, un cartello annerito dal tempo ci ha avvisati di non avvicinarci imprudentemente ai fabbricati esistenti. La prima sensazione è stata quella di visitare un paese fantasma. Le case sono incravattate da travi che le sorreggono e c’è un silenzio surreale.
Mura crollate, travi spezzate, solai sfondati. Ci sono portali di pietra, le antiche botteghe sbarrate e in rovina. La fucina del fabbro, le stalle, le cantine. Poi c'è la chiesa: San Nicola. La grande Chiesa Madre: settecentesca, elegante, sconsacrata. È stata abbandonata quasi mezzo secolo fa. Tre navate, ricca di altari. Una chiesa del Sud.
Poi c'è la piazza...Non è una vera piazza, infatti non assomiglia a nessun'altra al mondo. Non ha selciato, è una grande radura. C'è la fontana, ci sono gli alberi, c'è il perimetro irregolare di case di pietra e alcune sono state restaurate, altre invece sono ancora pericolanti, altre ancora sbriciolate.
Un luogo magico