La Chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova è situata in piazza dell’Arcivescovado.
Venne costruita nel XVII secolo per venire incontro alle richieste delle suore della Chiesa di santa Maria Donnaregina (vecchia) che volevano un edificio più grande rispetto a quello in cui si trovavano, ormai danneggiato dal tempo e dai terremoti.
Il progetto era di Giovanni Guarino e, una volta completata la struttura, si realizzò largo donna regina e la sala che collega la facciata alla piazza. Il luogo di culto venne ufficialmente consacrato dal Cardinale Caracciolo nel 1649. In seguito, nel 1727 venne trasferito nella nuova chiesa il corpo di Maria d‘Ungheria, fondatrice del vecchio monastero che nel XIX secolo venne danneggiato per i lavori di costruzione di via Duomo. Nello stesso secolo la chiesa passò di proprietà al comune di Napoli che la tenne chiesa per svariati anni.
Nel 1928 venne restaurata da Gino Chierici, che eliminò il collegamento che metteva in comunicazione l’abside della chiesa vecchia con la tribuna di quella nuova. Questo intervento provocò l’avanzamento di circa 5 metri della parete presbiteriale di quella nuova, in modo da liberare l’abside di quella vecchia, precedentemente inglobato nella nuova struttura.
Fu rilevata negli anni 2004-2005 da un totale stato di abbandono e razzia delle opere d'arte in essa custodite.
Mentre un non autorizzato spostamento di gran parte del mobilio in radica di noce fu avviato nel 1972 all'indomani del cessato utilizzo dei locali da parte dell'Arciconfraternita di Santa Maria della Visitazione2.
Perdute per sempre anche le tele di Giuseppe Pesce un tempo poste ai varchi della navata prima e dopo del comunichino. Risale al 1764 l'ultimo intervento di modifica strutturale significativo e comunque non collegabile direttamente ai saldi effettuati dalla segreteria economica delle monache clarisse. Gran parte del pavimento maiolicato è andato trafugato durante il restauro delle fondazioni del 1872.
Nel 2008 l’edificio è diventato sede del Museo Diocesano di Napoli.
La facciata, preceduta da una scala in piperno e marmo, si innalza divisa in due ordini con lesene corinzie in marmo e con un timpano traforato, nel cui centro è ricavata un’edicola. Il portale è incorniciato tra due colonne corinzie, mentre ai lati sono poste le statue di Sant’Andrea e San Bartolomeo. In alto, invece, troviamo tre finestroni in corrispondenza del portale principale e delle due nicchie.
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