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Chieti

  • 66100 Chieti CH, Italia
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Siti Storici
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Description

Stando alla leggenda, le sue origini risalgono ai Greci. Lo stesso geografo Strabene del I secolo avanti Cristo la fa discendere dagli Arcadi della Grecia che le diedero appunto il nome di Tegeate in ricordo della città di Tegea. Ma se le origini non sono ben chiare ci sono numerosi resti archeologici venuti alla luce durante scavi recenti e remoti che confermano l'opinione di coloro che la fanno risalire a molti secoli avanti Cristo ad opera dei Marrucini, tribù di cui si ha notizia storica soltanto quando, insieme a quella dei Alarsi, dei Peligni e dei Frentani fu sottomessa dai Romani per aver indiretta mente partecipato alla lega sannitica contro Roma. Dell'antica Teate le fonti storione ci dicono, inoltre, che essa partecipò questa volta con i Romani alla guerra contro Pirro, alla guerra nella Gallia, alle guerre puniche ed a quella di Macedonia. Nel periodo dell'Impero Romano la città di Teate raggiunge eccezionale splendore e si arricchisce di monumenti (il Teatro, le Terme ecc.) di cui sono venuti alla luce i resti. Fu sede del procuratore imperiale. Coll'awento del Cristianesimo la nobile Teate, che aveva dato i natali ad uomini conosciuti e apprezzati anche in Roma, accoglie non senza contrasti, la nuova realtà basata sul verbo di Cristo e vi si adegua. Nel IV secolo è il Vescovo e Santo, Giuscino, che solidifica e organizza la Chiesa Teatina. Della città si ha notizia nel Medioevo come di una città nel pieno godimento dei suoi diritti civili. Nell'801 fu distrutta da Pipino figlio di Carlomagno, ma, risorta dalle sue rovine, tornò a risplendere. Intorno al 1000 i Normanni ne fecero uno dei loro centri più importanti e più tardi ancora, nei secoli XIII, XIV e XV gli aragonesi e gli angioini la riportarono al suo maggiore splendore. Chieti fu infatti, elevata a capitale dell'Abruzzo Citra. Alfonso V d'Aragona la predilesse tanto da farla sede del Vicerè. Nel '500 fu elevata al rango di città metropolitana e fatta sede dell'Arcivescovado retto da quel Giovanni Pietro Carata ch^; sarà poi Papa ^aolo IV. Dopo una vita caratterizzata da una preminente influenza ecclesiastica, nel secolo XVIII Carlo III di Borbone le riconferma la sua particolare predilezione finché, dopo aver manifestato la sua opposizione, a volte larvata, a volte manifesta ai Francesi, e la sua fedeltà ai Borboni, non insensibile al .grido di libertà proveniente da tutta Italia, partecipa con i suoi figli migliori .alla lotta per l'indipendenza. Nel 1860 Vittorio Emanuele II fu accolto in città con grandi onori e portato in trionfo.

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