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Crespi D'Adda

  • Crespi d'Adda BG, Italia
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Description

Si trova in Lombardia ed è un esempio di "company town" costruite nel Diciannovesimo e Ventesimo secolo in Europa e in Nord America da industriali illuminati che volevano andare incontro alle esigenze dei lavoratori. Un villaggio ideale del lavoro, un piccolo feudo dove il castello del padrone era simbolo sia dell’autorità che della benevolenza, verso i lavoratori e le loro famiglie. Il Villaggio Crespi d'Adda, Patrimonio Unesco, è ancora oggi un paese abitato in maggioranza dai discendenti dei lavoratori dell'opificio tessile. "Tutto ebbe inizio quando due capitani d'industria illuminati - Cristoforo Benigno Crespi e il figlio Silvio Benigno - vollero costruire sulle rive dell'Adda un villaggio ideale del lavoro, un piccolo feudo dove il castello del padrone fosse simbolo sia dell'autorità sia della benevolenza, verso gli operai e le loro famiglie." Il Villaggio di Crespi d'Adda è certamente la più importante testimonianza in Italia del fenomeno dei villaggi operai: ha costituito una delle realizzazioni più complete ed originali nel mondo e si è conservato perfettamente integro – mantenendo pressoché intatto il suo aspetto urbanistico e architettonico. Crespi d'Adda è un autentico modello di città ideale; un interessantissimo, quasi perfetto, microcosmo autosufficiente dove la vita dei dipendenti, insieme a quelle delle loro famiglie e della comunità intera, ruotava – in un piano ideale di ordine e di armonia – attorno alla fabbrica; una città-giardino a misura d’uomo, al confine tra mondo rurale e mondo industriale. Fabbrica e villaggio di Crespi d'Adda furono realizzati a cavallo tra Otto e Novecento dalla famiglia di industriali cotonieri Crespi, quando in Italia nasceva l'industria moderna. Era questa l'epoca dei grandi capitani d'industria illuminati, al tempo stesso padroni e filantropi, ispirati a una dottrina sociale che li vedeva impegnati a tutelare la vita dei propri operai dentro e fuori la fabbrica, colmando in tal modo i ritardi della legislazione sociale dello Stato stesso. L'idea era di dare a tutti i dipendenti una villetta, con orto e giardino, e di fornire tutti i servizi necessari alla vita della comunità: chiesa, scuola, ospedale, dopolavoro, teatro, bagni pubblici... Nato nel 1878 sulla riva dell'Adda, in provincia di Bergamo, anche questo esperimento paternalista ebbe inesorabilmente termine - alla fine degli anni Venti - con la fuoriuscita dei suoi protagonisti e a causa dei mutamenti avvenuti nel XX secolo. Oggi il villaggio di Crespi ospita una comunità in gran parte discendente degli operai che vi hanno vissuto o lavorato; e la fabbrica stessa è rimasta in funzione fino al 2003, sempre nel settore tessile cotoniero. L'aspetto urbanistico del villaggio è straordinario. La fabbrica è situata lungo il fiume; accanto il castello della famiglia Crespi, simbolo del suo potere e monito per chi vi giunge da fuori. Le case operaie, di ispirazione inglese, sono allineate ordinatamente a est dell'opificio lungo strade parallele; a sud vi è un gruppo di ville più tarde per gli impiegati e, incantevoli, per i dirigenti. Le case del medico e del prete vigilano dall'alto sul villaggio, mentre la chiesa e la scuola, affiancate, fronteggiano la fabbrica. Segnano la presenza e l'importanza dell'opificio le sue altissime ciminiere e i suoi capannoni a shed che si ripetono in un'affascinante prospettiva lungo la via principale, la quale, quasi metafora della vita operaia, corre tra la fabbrica e il villaggio, giungendo infine al cimitero.

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