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Trabucchi

  • 66026 Ortona CH, Italia
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Il trabucco (nelle varianti abruzzesi e molisane detto anche trabocco, bilancia o travocco) è un'antica macchina da pesca tipica delle coste garganiche, molisane e abruzzesi, tutelata come patrimonio monumentale dal Parco Nazionale del Gargano e diffusa nel basso Adriatico. Secondo alcuni storici pugliesi, il trabucco sarebbe un'invenzione importata dai Fenici. La più antica data di esistenza documentata risale al XVIII secolo, periodo in cui i pescatori dell'Abruzzo dovettero ingegnarsi per ideare una tecnica di pesca che non fosse soggetta alle condizioni meteomarine della zona. I trabocchi, infatti, permettono di pescare senza doversi inoltrare per mare: sfruttando la morfologia rocciosa di alcune zone pescose della costa, venivano costruiti nel punto più prominente di punte e promontori, aggettando le reti verso il largo attraverso un sistema di monumentali bracci lignei. Il trabucco è tradizionalmente costruito col legno di pino d'Aleppo, il pino comune in tutto il medio Adriatico; questo perché è un materiale pressoché inesauribile, data la diffusione nella zona, modellabile, resistente alla salsedine ed elastico (il trabocco deve resistere alle forti raffiche di Maestrale che battono il basso Adriatico). Alcuni trabocchi sono stati ricostruiti negli ultimi anni, grazie anche a finanziamenti pubblici come ad esempio la legge regionale abruzzese n.99 del 16/9/1997, ma hanno però perso da tempo la loro funzione economica che nei secoli scorsi ne faceva principale fonte di sostentamento di intere famiglie di pescatori, acquistando in compenso il ruolo di simboli culturali e di attrattiva turistica. Alcuni trabocchi sono stati persino convertiti in ristoranti. Il termine “trabocco” deriva per sineddoche da quello della rete suddetta, ossia da trabocchetto, e questo, il quale è usato anche nell'uccellagione ed è sinonimo di 'trappola', è dovuto al tipo di pesca, cioè perché il pesce cade in una trappola. La tecnica di pesca, peraltro efficacissima, è a vista. Consiste nell'intercettare, con le grandi reti a trama fitta, i flussi di pesci che si spostano lungo gli anfratti della costa. I trabocchi sono posizionati là dove il mare presenta una profondità adeguata (almeno 6m), ed eretti a ridosso di punte rocciose orientate in genere verso SE o NO, in modo da poter sfruttare favorevolmente le correnti. La rete (che tecnicamente è una rete a bilancia) viene calata in acqua grazie ad un complesso sistema di argani e, allo stesso modo, prontamente tirata su per recuperare il pescato. Ad almeno due uomini è affidato il durissimo compito di azionare gli argani preposti alla manovra della gigantesca rete, nei piccoli trabocchi della costa molisana e abruzzese l'argano è azionato spesso elettricamente. Sul trabocco operano in norma quattro uomini (che si spartiscono i compiti di avvistamento del pesce e di manovra), detti "traboccanti". I trabocchi sono un elemento caratterizzante del paesaggio costiero del basso Adriatico. La loro presenza è comunque attestata anche lungo il basso Tirreno. Diffusissimi lungo tutta la costa della Provincia di Chieti cui sono originari, i trabocchi sono così frequenti che danno vita alla cosiddetta Costa dei Trabocchi, che si estende precisamente da Ortona a Vasto. I trabocchi sono però diffusi anche più a sud, tra le coste molisane e pugliesi sulla costa garganica, soprattutto nella zona tra Peschici e Vieste, dove vengono chiamati "trabucchi", sono addirittura tutelati dal Parco Nazionale del Gargano.

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