Description
Il nome della città deriva, secondo alcune fonti, dal celtico bas reul, “luogo basso”.
Dopo la dominazione romana, alla quale risalgono le prime notizie di Barolo, la città fu assoggettata ai Longobardi. In seguito divenne parte della Contea di Alba e della Marca di Torino.
Il nucleo del castello venne eretto in quest’epoca per volere di Berengario I come presidio difensivo nei confronti delle invasioni dei Saraceni. Nel 1250 la città divenne possedimento dei Falletti, una potente famiglia di banchieri, e nel 1486 entrò a far parte dello Stato Monferrino. Dopo essere passata nel 1631 ai Savoia, Barolo divenne nel ‘600 Contea e, nel 1730, Marchesato, con Gerolamo IV.
L’ultima marchesa di Barolo, Giulia di Barolo, meglio conosciuta come Juliette Colbert, fu una figura importante nella storia di Barolo: fondò l’Opera Pia Barolo, curò, con la consulenza dell’enologo Oudart, la produzione del vino ed affidò inoltre a Silvio Pellico l’incarico di bibliotecario e di segretario.
l Castello Comunale Falletti è sicuramente l’attrattiva più importante di Barolo.
Oltre ad essere tra i Castelli Aperti del Basso Piemonte, il Castello Falletti fa anche parte del gruppo degli 8 Castelli Doc, comprendente anche i castelli di Grinzane Cavour, Serralunga d’Alba, Govone, Magliano Alfieri, Roddi, Mango e Benevello.
Edificato nel X secolo per volere del feudatario Berengario I come presidio contro le invasioni di Ungari e Saraceni, divenne sotto i marchesi della famiglia Falletti residenza di campagna del casato. Con la morte della Colbert, il castello divenne proprietà dell’Opera Pia Barolo che lo sottopose ad un’imponente ristrutturazione, in seguito alla quale divenne il Collegio Barolo.
Nel 1970 fu acquistato dal Comune di Barolo. Attualmente, il castello è spesso sede di importanti esposizioni ed eventi artistici e culturali.
La costruzione attuale conserva di quella originaria solo il mastio; all’interno, nelle antiche cantine, ospita l’Enoteca Regionale del Barolo, dove è possibile ripercorrere la storia e i principali luoghi di produzione del prestigioso vino, il Museo Etnografico-Enologico e il Museo della civiltà contadina, che conserva attrezzi agricoli ed arredi originari.
Tra le sale, troviamo, al primo piano, il piano nobile, il Salone delle quattro stagioni, arredato in stile impero, che prende il nome dai quattro dipinti che in esso si trovano, raffiguranti ciascuna delle stagioni dell’anno, e la Sala degli stemmi, sede delle sedute del consiglio comunale. Qui è possibile ammirare sul soffitto delle decorazioni raffiguranti gli stemmi della famiglia dei Falletti.
Da ricordare anche la stanza della Marchesa, con un letto in stile impero, e la stanza di Silvio Pellico, con i muri dipinti in modo da simulare addobbi in stoffa.
Tra le sale aperte al pubblico ci sono anche gli appartamenti dove abitava il patriota Silvio Pellico, amico della famiglia Falletti, e la sala che ospita la Biblioteca Storica, voluta proprio da Pellico, nominato consigliere ed amministratore della biblioteca. Qui sono conservati circa tremila testi risalenti al periodo compreso tra il XV e il XIX secolo.