Il castello D’Alagno fu fatto edificare a ridosso delle mura urbane verso il lato sud nei pressi della porta superiore detta porta della Montagna. Esso si eleva a m 220 slm, ha un impianto quadrangolare con torri tonde negli angoli e si sviluppa per un’estensione di mq 1.000 circa, con un perimetro di m 160 circa. Attualmente è raggiungibile attraverso la strada provinciale Circumvallazione che passa proprio adiacente la struttura.
Il castello è di origine Aragonese fu voluto da Lucrezia d’Alagno amante del Re Alfonso d’Aragona, nel 1458 quando alla morte del re, si stabilì a Somma per viverci. La sua posizione, costruito a ridosso del centro storico vicino ad una delle porte di accesso al borgo, domina tutta la zona sottostante. Il castello ha la struttura architettonica costituita da quattro torri cilindriche ai lati, due delle quali, nella parte dell’ingresso, oggi si trovano ad un piano più basso delle altre. Durante i secoli è stato ceduto a vari proprietari che hanno effettuata alcune modifiche e ristrutturazioni, ma non ne hanno mai modificato l’originaria natura.
Dopo varie vicissitudini, quando Lucrezia andò via da Somma, il castello passò nelle mani di altri nobili dell’epoca che già allora eseguirono lavori di restauro e fortificazione segno questo della loro presenza assidua e dell’importanza che gli veniva attribuita.
Per qualche tempo è appartenuto a Giovanna III d’Aragona e a sua figlia Giovanna IV. Nel 1691 fu dato in affitto a Luca Antonio, Barone de Curtis di Napoli. Fu appunto in quel maniero che il «principe della risata» scovò le prove che gli permisero di dimostrare la sua nobiltà.
Il castello è costituito da un impianto quadrangolare e presenta torri circolari nei quattro angoli. Gli ambienti sono distribuiti intorno a un cortile interno al quale si accede attraverso la porta principale posta sul lato ovest, al centro della facciata. Il cortile termina con un muro di chiusura verso il lato est che lo separa dal resto della tenuta agricola. La scala, posta sul lato sinistro del cortile, conserva le caratteristiche architettoniche originarie e termina al secondo livello. Questo piano, un tempo adibito a residenza nobiliare, nel corso dei secoli ha subìto forti trasformazioni che ne hanno alterato la distribuzione interna e gli aspetti formali. Dopo un lungo periodo di abbandono, in cui i danni si sono ulteriormente accentuati, il complesso architettonico, acquistato dall’amministrazione comunale, ha avuto una destinazione pubblica finalizzata a collocarvi i servizi culturali. Il castello ha subìto recentemente un intervento di consolidamento strutturale preventivo al restauro definitivo che la riporti all’antico splendore.
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