L’orologio ad acqua del Pincio è stato progettato nel 1867 da padre Giovanni Battista Embriaco (frate domenicano ligure). Si trova nel verde dei giardini del Pincio, in viale dell’Orologio.

Frutto di un delicato connubio tra arte e scienza, fu realizzato da Giambattista Embriaco, fisico e sacerdote domenicano con la passione dell'orologeria.

Nel 1873 l’orologio ad acqua fu installato al Pincio in una torretta in ghisa al centro di un laghetto progettata dall’architetto Gioacchino Ersoch.

Lo stile floreale delle lancette e la torretta arborea che contiene i movimenti dell'orologio sono pensati per integrarsi perfettamente con il parco circostante. Fin dalla sua nascita l'idrocronometro non ha avuto vita facile, a causa dell'usura del tempo e dell'inciviltà di chi ne ha rovinato i delicati meccanismi fino a bloccarne il funzionamento.

I quattro quadranti richiamano idealmente il tronco di un albero e permettono così di vedere l’orario da quattro direzioni diverse. L’idrocronometro conta quattro quadranti. Il suo funzionamento è garantito dal getto d’acqua sottostante che mette in moto il pendolo, caricando così il suo movimento e, con esso, anche la suoneria mediante il riempimento alternato di due bacinelle.

Nel novembre 2004 il Centro ELIS, sede di una tra le più prestigiose scuole di oreficeria e orologeria d'Italia, propose al Comune di Roma di curare gratuitamente il restauro e la successiva manutenzione dell'orologio.

Giusto per aggiungere un aneddoto: si racconta che molti romani dicano che in realtà Enrico Toti, l’eroe della prima guerra mondiale ritratto, nel vicino monumento, nel momento in cui sul punto di morire lancia la sua stampella verso il nemico, la stampella la stia in realtà lanciando contro questo orologio per toglierlo da mezzo!