Grotte di Pertosa
Distance
0
Duration
0 h
Type
Natura incontaminata
Description
La prima descrizione storica delle Grotte dell’Angelo, tra le più affascinanti d'Italia, risale addirittura al 1551, ad opera di Leandro Alberti, frate domenicano e scrittore originario di Bologna. Nel suo celebre Descrizione di tutta Italia, Alberti menziona questo misterioso complesso sotterraneo, situato nel cuore della Campania, precisamente nel territorio di Pertosa, in provincia di Salerno. Ancora oggi, a quasi cinque secoli di distanza, è possibile ammirarle in uno stato di conservazione straordinario. Ma la vera meraviglia di queste grotte non è solo legata alla loro scoperta o descrizione: secondo gli studiosi, la loro origine geologica risale a circa 35 milioni di anni fa, epoca in cui i Monti Alburni iniziavano a modellarsi sotto l’azione incessante dell’acqua e del tempo. Le Grotte dell’Angelo conservano al loro interno una testimonianza unica nella storia della speleologia campana: i resti lignei di antiche palafitte risalenti all’Età del Bronzo e forse persino all’Età della Pietra. Questi manufatti, grazie al microclima umido e stabile della cavità, si sono conservati in modo eccezionale, rappresentando un unicum archeologico non solo per la Campania, ma per l’intero Mediterraneo. Un rifugio primitivo, quindi, che ha visto passare civiltà e fedi: dai primi uomini preistorici ai Greci, che probabilmente utilizzavano queste grotte per riti oracolari legati alle divinità ctonie, fino ai Romani, che le trasformarono in luoghi di culto, forse legati a Mitra, dio delle profondità e dei misteri. Nel Medioevo, le Grotte dell’Angelo — così chiamate in onore di San Michele Arcangelo, simbolo della lotta contro le tenebre — divennero un luogo sacro per i primi cristiani, che si rifugiavano lì per pregare e sfuggire alle persecuzioni. In epoca longobarda e normanna, i monaci trasformarono le cavità in veri e propri luoghi di culto rupestre, arricchendo la grotta di simboli sacri e mantenendo viva la tradizione mistica legata alla figura dell’arcangelo. Le Grotte dell’Angelo si sviluppano per circa 2.500 metri sotto i Monti Alburni, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Le stalattiti e stalagmiti, con le loro forme surreali, creano vere e proprie “sale” naturali, scenari fiabeschi che sembrano scolpiti da una mano divina. Ma ciò che rende davvero unica questa grotta rispetto a qualsiasi altro sito speleologico in Italia è la presenza di un fiume sotterraneo navigabile: il Tanagro. La visita inizia infatti con una traversata in barca lunga circa 200 metri, che introduce i visitatori in un mondo nascosto, fatto di silenzio, umidità, luce soffusa e pietra viva. Un’esperienza che lascia senza fiato, simile a un viaggio nell’inconscio o in un mito antico. Sono disponibili diversi itinerari di visita, dal percorso breve di circa 40 minuti, adatto a tutti, al più lungo, di 2,5 km, che include una camminata emozionante lungo una balconata affacciata sul fiume. Per i più esperti o appassionati, esiste un percorso speleologico avanzato, riservato a studiosi e professionisti, con accesso a zone non visitabili dal pubblico comune. Nel corso dei secoli, le Grotte dell’Angelo hanno ispirato poeti, viaggiatori e cronisti. Si dice che Giovanni Boccaccio, durante i suoi anni di studio a Napoli, avesse sentito parlare di queste cavità leggendarie, tanto da farle citare da un personaggio nel suo Decameron. Secondo un’altra leggenda locale, il diavolo, scacciato da San Michele, avrebbe lasciato l’impronta del suo artiglio sulla roccia più profonda della grotta. Le Grotte dell’Angelo, già straordinarie per la loro storia geologica e archeologica, offrono anche un'affascinante connessione con la letteratura, in particolare con la Divina Commedia di Dante Alighieri. Dal 2006, le Grotte ospitano lo spettacolo teatrale itinerante L'Inferno di Dante, ideato da Domenico Maria Corrado e prodotto dalla compagnia Tappeto Volante. In questa rappresentazione, il pubblico, guidato da un attore nei panni di Dante, intraprende un percorso attraverso i nove cerchi dell'Inferno, incontrando personaggi emblematici come Caronte, Virgilio, Beatrice, Paolo e Francesca, Minosse, Ulisse, il Conte Ugolino e Lucifero. La particolarità dell'ambientazione naturale delle Grotte, con le sue stalattiti, stalagmiti e il fiume sotterraneo, contribuisce a creare un'esperienza immersiva e suggestiva, che rende tangibile il viaggio dantesco nelle profondità dell'Inferno. Uno degli elementi più suggestivi dello spettacolo è la traversata iniziale del fiume sotterraneo, assimilato all'Acheronte dantesco, a bordo di una barca guidata da un attore nei panni di Caronte, il traghettatore delle anime. Questo momento rievoca vividamente i versi della Divina Commedia e immerge gli spettatori nell'atmosfera cupa e misteriosa dell'Inferno. Lo spettacolo L'Inferno di Dante nelle Grotte di Pertosa-Auletta rappresenta un connubio perfetto tra natura, storia e letteratura, offrendo ai visitatori un'esperienza culturale unica nel suo genere. La combinazione di scenografie naturali, performance teatrali e riferimenti letterari rende questa rappresentazione un'occasione imperdibile per riscoprire la Divina Commedia in un contesto straordinario.Archeologia e preistoria: le palafitte nell’anima della roccia
Cristianesimo, Medioevo e spiritualità rupestre
La meraviglia naturalistica: un capolavoro carsico unico in Italia
Percorsi e visite: per turisti, curiosi e speleologi
Aneddoti letterari e curiosità
Un viaggio dantesco nelle viscere della terra
Caronte e il fiume sotterraneo
Un'esperienza culturale unica