Venne edificata come Casina di caccia dal Conte di Acerra Ferdinando de Cardenas per conto del Marchese Marcello Spinelli dei principi di Scalea per farvi intrattenere i sovrani di Napoli nel periodo invernale.
Nella tenuta del Conte, sotto il bosco che si estendeva intorno alla villa, era celata la città di Suessola con la sua ricchissima necropoli. Qui, dal 1872 al 1886, si fecero numerose campagne di scavi, cosicché la Casina divenne il più singolare museo della Campania.
Durante la seconda guerra mondiale la Villa venne requisita prima da un comando aereo tedesco e successivamente da un reparto di truppe di colore dell'Armata anglo-americana e non fu più accessibile né ai proprietari né ad altre persone.
Il salone del Museo fu trasformato prima in cinema poi in dormitorio.
Molti mobili di puro stile settecentesco furono usati dai soldati per alimentare le stufe della cucina della casa; le vetrine piene di vasi ed oggetti vennero ammonticchiate l'una all'altra.
Sul pavimento rimanevano frammenti di coppe e oggetti rotti.
Dopo poco tempo tutti gli oggetti furono donati dalla marchesa Elena Spinelli al Museo Nazionale di Napoli.
La Casina venne anche usata, per un breve periodo, come ricovero per handicappati. La notte del 6 gennaio 1994, una parte del tetto della casina è crollata provocando lo sfondamento del salone centrale e il crollo della facciata principale.Da allora questo bellissimo edificio ha iniziato una lenta agonia nel silenzio vergognoso dello Stato.
Un altro pezzo di storia campana è andato distrutto.
Struttura
Fu edificata in un luogo più elevato rispetto al piano circostante. Il primo corpo a pianta longitudinale fu iniziato nel 1778 e presenta al piano terra una serie di locali e una cappella ad uso privato. Attraverso uno scalone posto nel lato orientale si accede al I piano dove si snodano una serie di sale coperte con volta a vela e comunicanti tra loro, mentre l'ultima, sul lato occidentale, è di forma ellittica.
Le sale sono poste in mezzo a due terrazzini coperti da arcate, uno a Mezzogiorno con prospetto esterno, l'altro a Settentrione che guarda l'interno del cortile.
I prospetti sono scanditi da lesenature che ritmano la lettura dei pieni e dei vuoti, e sono esaltati dal rosso pompeiano del fondo.
Il lato orientale è addossato ad una torre che il Caporale indica come "coeva o di poco precedente costruzione della Casina, anche se la struttura sembra di epoca medioevale (forse longobarda). D'altronde il luogo fino al '700 era denominato Castellone (Lettieri) probabilmente per la presenza di ruderi fortificati.
Sempre sul lato orientale l'edificio è stato completato da una casa rustica "pei fittavoli", mentre ad oriente da una bassa costruzione usata come magazzini e stalle.
Il cortile di pianta quadrata, un tempo destinato a giardino, è chiuso sull'ultimo lato da ruderi di fabbrica romana, che per la particolare disposizione ricurva apparterrebbero all'antico anfiteatro della città di Suessola.
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